Le nostre anime di notte

le nostre anime di notte haruf nn editore
Le nostre anime di notte, Kent Haruf, NNEDITORE

Questo libro è per chi è stato a Holt e non vede l’ora di tornarci, ma è sopratutto per chi, a Holt, non ci è ancora mai stato.

Io appartengo alla seconda categoria. Quindi mi è venuto spontaneo scegliere Le nostre anime di notte come punto di partenza per la mia prima visita nella cittadina immaginata da Kent Haruf. Ho rimandato a lungo il viaggio: come i protagonisti di questo romanzo, ho dovuto aspettare il momento giusto per prendere l’iniziativa.

Ho incontrato Addie Moore e Louis Waters in una sera d’estate, simile a quelle che i due trascorrono insieme, lasciando che i loro spiriti si accarezzino. Sono dei vicini di casa che hanno passato la vita sfiorandosi, incrociandosi, ma senza mai conoscersi davvero. Sono due vedovi che hanno affrontato più di una nottata solitaria, in balia di rimpianti e lacrime trattenute. Almeno sino al giorno in cui Addie ha preso il coraggio a due mani e ha chiesto Louis di fermarsi a dormire da lei, di condividere le ore notturne, per spezzare un silenzio asfissiante come la canicola.

La storia di questi vecchietti assomiglia a una melodia che inizia in sordina, con una manciata di note che scivolano delicatamente su una tastiera, per poi trasformarsi in un notturno emozionante. Di pagina in pagina, finirete con l’affezionarvi a questa insolita coppia, col considerarli come dei vostri nonni adottivi o amici. I due si mettono a nudo, si confessano, si confidano i loro rimpianti e le loro fragilità. Entrambi desiderano un’altra occasione per essere felici e non sentirsi più inadeguati:

Sarei dovuto venire con lei.
Sarebbe stato un bel gesto.
Peccato di omissione, disse Louis.
Tu non credi ai peccati.
Credo che a volte si sia caratterialmente inadeguati (…). Questo è un peccato.
Be’, adesso sei qui.
Adesso è qui che voglio stare.

Questo libro potrebbe venire trasformato facilmente in un testo teatrale: vuoi per l’importanza che ha ogni singola battuta dei personaggi, vuoi per la brevità del testo, vuoi per la prosa essenziale, ma vitale. Mi è venuto spontaneo immaginare Holt come un palcoscenico, immerso in una luce blu, invece che come una cittadina reale. Al centro del palco c’è la stanza da letto di Addie, una camera senza pareti, il fulcro della storia. Un focolare capace di scaldare il cuore, di illuminare il buio con scintille di speranza.

Attorno a questa casa di bambola aperta, ruotano altri attori del dramma, che, come tutti i buoni cittadini di provincia, amano spettegolare. I loro accordi dissonanti rischiando di incrinare l’armonia perfetta che anima il duetto crepuscolare dei protagonisti. Il coro di benpensanti trova scandalose e inappropriate le visite notturne di Louis a casa di Addie. Anche se forse a metterli a disagio è soprattutto l'”ostentazione” di un tipo coraggio che loro non possiederanno mai, quello che serve per concedersi una nuova possibilità, per lenire le cicatrici dell’anima.

La melodia che state ascoltando potrebbe interrompersi da un momento all’altro, potrebbe svanire nel nulla come un’estate troppo bella e troppo breve. In una nota, rivolta sia a chi ha già letto la Trilogia della pianura di Haruf, sia a chi non è mai stato a Holt, il traduttore Fabio Cremonesi spiega che il senso d’urgenza che si percepisce durante la lettura è una delle caratteristiche principali di questo romanzo. La sinfonia de Le nostre anime di notte è stata composta da uno scrittore che sapeva di non avere molto tempo a sua disposizione:

(…) continuavo a pensare all’autore, a quest’uomo anziano e malato che lotta contro il tempo per riuscire a raccontare tutta la storia che ha dentro, anche a costo di farlo senza la consueta precisione e asciuttezza. (…) Ma il senso d’urgenza non si limita a permeare la forma di questo romanzo breve, sembra determinarne i contenuti, la trama, la psicologia dei personaggi: dietro ogni gesto di Addie Moore sembra esserci in agguato un “prima che sia troppo tardi”.

Allora viene spontaneo leggere questa storia tutta d’un fiato, in una calda sera d’estate, immaginando le anime che si nascondono dietro le facciate delle case vicine, interrogandosi sulle loro solitudini e rimpianti, ma anche sui loro desideri. Poi, forse, se siete fortunati, potrete alzare lo sguardo verso un cielo stellato come quello raffigurato sulla copertina del libro.

Nota. Prima di poter sfogliare questo romanzo, ho dovuto aspettare che il tempo stendesse un velo d’indeterminatezza sui tanti articoli dedicati alle opere di Kent Haruf che ho letto negli scorsi mesi. Avevo bisogno di poter incontrare questo scrittore a modo mio e di riuscire ad accettare che non avrei mai potuto competere con le parole di chi lo ha già amato e raccontato. A proposito di blogger con cui non posso misurarmi, qui trovate il post che Pina de Il mestiere di leggere ha dedicato a Le nostre anime di notte: è stata proprio lei a darmi la spinta decisiva per “incontrare” questo scrittore.

Fatemi sapere se siete già stati a Holt, o se avete intenzione di visitarla quest’estate.

9 pensieri su “Le nostre anime di notte

  1. Penso che Haruf non avrebbe aggiunto molto di più a questo romanzo, anche se il tempo gli avesse concesso una proroga. C’è emozione, rimpianto, voglia di vivere, di essere oltre il conformismo. C’è poesia. Come ben hai detto, sul palcoscenico di Holt, i due protagonisti ci insegnano che la vita è sempre adesso. Grazie per le parole lusinghiere che mi hai rivolto, ma sai bene fare parlare un testo, anche meglio di me!!

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  2. Pingback: Le Nostre Anime di Notte. Our Souls at Night. Kent Haruf, 2015 - Fotorecensione di Acompassforbooks

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