Grimm Tales: fiabe indimenticabili

C’era una volta… Bastano tre parole per schiudere uno scrigno colmo di tesori: bacchette magiche, scarpine di cristallo, abiti fatati, spade e corone. Quando eravamo bambini, quella formula rituale era la nostra chiave d’accesso al regno della fantasia. Le Grimm Tales, per grandi e piccini, di Philip Pullman (Penguin Books, 2012) ci riportano a quel tempo e ci permettono di riscoprire tutto il fascino delle storie raccolte dai due celebri filologi tedeschi.

Pullman ha raccolto l’eredità dei fratelli Grimm: ha rielaborato una selezione di fiabe (53 per la precisione), le ha lustrate e rifinite sino a trasformarle in dei veri e propri gioiellini. La sua prosa è fluida, estremamente scorrevole: viene voglia di leggere ogni storia ad alta voce per assaporare appieno le sue frasi limpide e cristalline. Il suo intento era quello rendere queste novelle chiare come l’acqua:

(…) my main interest has always been in how the tales worked as stories. All I set out to do in this book was tell the best and most interesting of them, clearing out of the way anything that should prevent them from running freely. I didn’t want to put them in modern settings, or produce personal interpretations or compose poetic variations on the originals; I just wanted to produce a version that was as clear as water. My guiding question has been: “How would I tell this story myself, if I’d heard it told by someone else and wanted to pass it on?”

L’autore non si è limitato a dare una nuova veste a queste tales e a “tramandarle” ai suoi lettori: il volume è impreziosito da un’interessantissima introduzione e da una serie di note dedicate alle varianti più famose di ogni fiaba. Questo libro è un invito ad analizzare il cuore pulsante del “c’era una volta”, le caratteristiche che stanno alla base di questo genere letterario: dai personaggi “piatti” come figurine di carta, alla velocità (celerity), alle formule ricorrenti.

grimm tales biancaneve
Snow White, Anne Anderson”

Questi sono gli “ingredienti base” della raccolta dei fratelli Grimm. Chi li “altera” rischia di rovinare “la ricetta”. Per esempio, vale la pena di provare a trasformare i personaggi delle fiabe in figure a tutto tondo, dalla psicologia complessa? C’è chi ha provato a farlo (penso alla serie tv Ouat), ma, secondo me, il gioco non vale la candela: queste figurine in bianco e nero (buono o cattivo, bello o brutto, ricco o povero) si prestano ad essere osservate da una sola angolazione e rischiano di “andare in frantumi” sotto il peso delle nostre moderne angosce.

Pullman è rimasto fedele alla “ricetta originale”, senza però rinunciare a dire la sua: ha commentato ogni vicenda, ha illustrato i punti critici in cui è dovuto intervenire per “ricucire” delle trame sfilacciate e ha anche proposto ai lettori dei finali alternativi. Dopo aver letto le sue analisi, dopo aver studiato il suo metodo di lavoro, viene spontaneo domandarsi: come racconterei queste fiabe?

The Miller's Daughter by Anne Anderson
The Miller’s Daughter by Anne Anderson

Non vi inviterò a sedervi attorno al fuoco e ad ascoltare la mia versione di queste tales: mi limiterò a illustrarvi alcune delle mie storie preferite, così da darvi un’idea di quali tesori vi aspettano all’interno di questo scrigno di carta e d’inchiostro.

Iniziamo da un grande classico, dal Pesciolino d’oro (The Fisherman and His Wife). Perché ho scelto proprio questa novella? Perché è stata ideata da Philipp Otto Runge, un pittore romantico tanto abile con il pennello quanto con la penna. La fiaba è scandita da una serie di “vedute marine”, dalle tinte sempre più fosche, che fanno da controcanto alle folli richieste espresse dall’incontentabile moglie del pescatore:

Darkness was falling. When he got to the shore, the waves were roaring and crashing on to the rocks with explosions like cannon fire. Out at sea he could see ships firing distress rockets as they tossed and weltered in the waves. There was one little bit of blue left in the sky, but it was surrounded by red-blood clouds and flashes of lightning.

Runge è anche il creatore de Il ginepro (The Juniper Tree), una storia tanto bella quanto cruenta (d’altro canto le favole dei Grimm sono decisamente grim, crudeli e sanguinolente). Nella storia precedente, il pittore ha stabilito un legame tra i desideri e il paesaggio marino, invece in questo racconto ha tracciato un paragone tra i vari stadi della gravidanza e il progredire delle stagioni:

Five months went by, ad the woman stood under the juniper tree. It smelled so sweet that her heart leaped in her brest, and she fell to her knees with joy.
Six months went by, and the fruit grew firm and heavy, and the woman fell still.

Altre fiabe si impongono all’attenzione dei lettori grazie alla loro vis comica: penso a Il Giocatutto (Gambling Hans) in cui si narrano le vicende di un giocatore incallito e impenitente, capace di dare del filo da torcere persino a San Pietro o a La luna(The Moon) un delirante mito incentrato sulla “nascita” dell’omonimo astro. Fole assurde e irresistibili.

In questa raccolta troverete dei grandi classici, dei “mostri sacri” come Cappuccetto rosso, La bella addormentata e Cenerentola, ma forse subirete di più il fascino di storie meno note, ma non per questo meno affascinanti come La guardiana delle oche alla fonte (The goose girl at the spring):

This is one of the most sophisticated of all the tales. At the heart of it is the old story of the princess who told her father she loved him as much as salt, and was punished for her honesty. There are many variations on this tale, including King Lear.

Questa fiaba sofisticata sembra “strizzare l’occhio alla modernità”: la voce narrante tiene con il fiato sospeso i lettori e li mette davanti a una serie di enigmi. Niente è come sembra: non si ci può fidare di ciò che ci viene mostrato e raccontato. Solo alla fine dell’intreccio tutti i nodi vengono al pettine ed è possibile ammirare nella sua interezza il disegno di questa raffinata ragnatela letteraria.

Pullman conclude le sue Grimm Tales con una fiaba dal finale aperto (The Golden Key): un ragazzino trova una chiave dorata, nascosta tra la neve, nel bel mezzo della foresta. Scavando nei dintorni, riporta alla luce uno scrigno. La chiave si adatta alla perfezione alla serratura del forziere:

He put the key in the hole and started to turn – and now we’ll have to wait till he turns it all the way and opens the lid. Then we’ll know what marvellous things the box contains.

Quello scrigno è il volume dei fratelli Grimm: noi lettori, eterni bambini, lo apriamo con la chiave dorata della fantasia. Sappiamo già che al suo interno troveremo delle cose meravigliose, assurde, grottesche, sciocche ed esilaranti, capaci di farci brillare gli occhi. Questo non è un congedo, questo è un invito a leggere altre fiabe, a continuare a lasciarci incantare dal loro fascino intramontabile.

Per approfondire:

Sul sito di Salani Editore potete trovare un’anteprima dell’edizione italiana delle Fiabe di Pullman.

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