Rileggere o non rileggere?

rileggere o non rileggere

Questo è il dilemma. Talvolta (succede sempre di domenica) mi rendo conto di aver commesso un errore, di aver scelto il libro sbagliato e di non avere più niente da leggere. Oppure sono “troppo vorace”: divoro troppo in fretta il romanzo che ho sul comodino e mi accorgo solo all’ultimo momento di non avere a disposizione delle “scorte letterarie d’emergenza”. In entrambi i casi insorge il dubbio amletico: rileggo o non rileggo uno dei libri che ho a disposizione nella mia libreria?

La risposta dovrebbe essere scontata. Forse molti lettori non si porrebbero nemmeno la domanda. Invece io ho un rapporto complicato con le riletture. Me ne sono resa conto ultimamente, mentre leggevo alcuni post de La libraia virtuale. Così ho deciso di approfittare dell’ennesima “domenica amletica”, questa, per psicanalizzarmi e cercare di capire come mai il verbo “rileggere” mi inquieta tanto.

Dopo qualche riflessione, ho capito che potrei suddividere le opere che affollano i miei scaffali in quattro macro-categorie, legate all’idea di riassaporare un certo sapore: sì, molti romanzi sono delle vere e proprie madeleines proustiane. Quasi ogni pagina che ho letto è legata a doppio filo a ricordi e a suggestioni particolari: mi basta “annusare” certe copertine per fare un tuffo nel passato.

1. I libri da assaporare e riassaporare

giph amleto libro

Esiste un solo autore che potrei leggere e rileggere all’infinito: William Shakespeare. Le sue commedie e tragedie mi riportano alla mente ricordi piacevoli e scoperte entusiasmanti. Oltre al fattore nostalgia, in questo caso, entra in gioco anche il fenomeno della re-consumption : la rilettura mi permette di andare più a fondo, di scorgere nuovi significati in queste opere, di osservarle con occhi sempre più adulti e acuti (o almeno spero che sia così).

Un conto è leggere Amleto da ragazzina, in piena fase “emo-goth”, un conto è rileggerlo dopo aver studiato le pagine di Stephen Greenblatt. Un conto è sfogliare La dodicesima notte perché una tua compagna di scuola te ne ha parlato bene, un conto è analizzarla in base al fenomeno del crossdressing e mettere a confronto Viola con Porzia e Rosalinda. Non si finisce mai di imparare, non si finisce mai di stupirsi. Forse, l’unico dramma che non rileggerei è Romeo e Giulietta perché sono dannatamente poco romantica…

2. Le opere letterarie… da sbocconcellare

giph harry potter

Più che l’intero testo, preferisco rileggere alcuni passaggi, alcune pagine che mi hanno particolarmente colpita. Vuoi perché sono dei pezzi di bravura, vuoi perché sono particolarmente emozionanti, vuoi perché sono incentrati su uno dei miei eroi imperfetti preferiti.

Per esempio, trovo magistrale la descrizione del fatidico incontro tra Jack Aubrey e Stephen Maturin in Primo comando. Lo stesso discorso vale per le ultime pagine de La porta di Tolomeo di Jonathan Stroud: non riesco ancora ad accettare quel finale così straziante eppure così perfetto. Invece, per quel che riguarda i miei cari eroi imperfetti, sono tornata più di una volta “a fare visita” a quel disgraziato di Sidney Carton (forse mi rivedo un pochino in certe sue affermazioni) e al Lettore de Le notti bianche.

3. Libri da riassaporare… in futuro

giph doctor who

Tengo da parte alcuni romanzi che ricordo sin troppo bene, ma che sono sicura di poter rileggere in futuro, perché li ho amati alla follia. Sono testi non legati a momenti né particolarmente felici né particolarmente tristi, quindi, almeno in teoria, innocui. Nei prossimi anni, rileggerò volentieri le opere del grande e compianto Philip Roth e riassaporerò romanzi come Lincoln nel Bardo di George Saunders e The Seventh Day di Yu Hua. Non ora però.

4. Romanzi che non “gusterò” mai più

occhio lettura giphy

La rilettura può compromettere per sempre “il sapore” di un’opera, può rovinare irrimediabilmente il tuo rapporto con un romanzo. Talvolta è meglio non andare alla recherche di un sapore letterario perduto.

Me ne sono resa conto rileggendo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino: ai miei occhi di bambina, quel gioco metaletterario appariva come un sublime trucco di magia, invece a vent’anni lo ho percepito come un arido meccanismo privo di cuore. Incredibile, vero? Chissà cosa mi sarà successo… chissà perché quella rilettura è stata così traumatica. Mi sarei dovuta limitare a rileggere solo le prime, bellissime, pagine di quest’opera…

Poi ci sono opere legate a momenti e a giornate troppo particolari della mia esistenza: quei testi conservano la traccia di “rigenerazioni precedenti”, di versioni di me ormai scomparse. Ho paura di aprirli, ho timore di perdere il loro incanto e di riscoprirmi troppo diversa da me stessa. Se potessi incontrare quelle altre versioni di me, scoppierebbe un gran casino, ne sono certa. Per questo motivo non riaprirò più le pagine di Una questione privata (caro Fenoglio è diventata una questione personale anche per me, non solo per il tuo Milton).

Sono curiosa di conoscere la vostra opinione: “leggere o rileggere” è un dilemma anche per voi? Avete un rapporto conflittuale con la rilettura o sono l’unica ad avere questo problema? Anche per voi vale la distinzione tra opere da riassaporare e testi da non riaprire in nessun caso?

43 pensieri su “Rileggere o non rileggere?

  1. Non rileggo praticamente mai, preferisco dedicare il tempo a qualcosa di nuovo (se proprio non ho un libro a disposizione, un film). Le uniche eccezioni sono i miei due libri preferiti, che ho riletto più volte. In altri casi c’è stato qualche passaggio ripreso, ma in genere è raro.

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  2. Difficilmente rileggo.
    La lettura invecchiando è diventata molto di più di un passatempo. Ora è parte integrante delle mie serate.
    Questo mi permette di utilizzare qualche soldino in più per gli acquisti avendo deciso di risparmiarli in uscite senza chiari fini.
    Ho così sempre una bella scorta di libri ancora da iniziare. Ho quasi paura a non aver nulla di interessante sottomano.
    Quelli per Agosto li ho presi al Salone di Torino a Maggio, tanto per dare un’idea.
    Rileggo Pavese. Lui sempre.
    Rileggo Fenoglio. Vado ad Alba alle letture organizzate dal Centro Fenoglio
    E poi rileggo Il Signore degli anelli. Ora l’ho regalato a mia figlia altrimenti era un circolo vizioso. Una droga.

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      1. Sono autori della mia terra.
        Al liceo non li potevo sopportare. Abbiamo letto tutto prima dei 18. Avevamo un professore di italiano splendido e anche molto esigente. Ma le imposizioni non erano il mio forte.
        Poi con l’età mi si è aperto un mondo.

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  3. Tutto sommato un bel dilemma…. dai! Personalmente, rileggo soprattutto poesie. Loro sanno farmi ritornare ogni volta con la stessa meraviglia, e rileggerle è un’esperienza che mi regala un grande piacere. Mi fa piacere di sapere che ho una compagna di ri-letture (Giusy): Pavese l’ho riletto varie volte – prosa, poesie, diario. E che dire di Lorca? Per me, un compagno di vita, anche nei lavori teatrali.
    Di tanto in tanto riprendo in mano libri che ho amato e, per ora, li ho ripercorsi con lo stesso piacere (ad es. “Il nome della rosa”, ma anche “Il libro di mio fratello” di Axtaga).
    Non è una cosa che faccio spesso, però: la curiosità verso le novità alla fine predomina.

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  4. Per quanto mi riguarda, spesso sento il bisogno di rileggere perché è come se volessi andare a trovare nuovamente un amico (è il caso dei personaggi che amo) oppure perché voglio ritrovarmi in quei luoghi e in quell’atmosfera in cui la lettura di un libro mi ci ha trasportato: è un po’ come ritornare a casa. Ciò ovviamente vale per i libri che ho maggiormente amato.

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  5. Bel dilemma! Spesso mi riprometto di rileggere alcuni libri che ho letto anni fa e che mi piacerebbe “riassaporare” in un’età/momento della vita diversi, ma poi l’ansia di non avere abbastanza vita per leggere tutto quello che voglio – e le mie compulsive visite in biblioteca quando ho ancora tantissimi libri miei da leggere – mi portano sempre a iniziare un libro nuovo e a rimandare la rilettura a “quando avrò tempo” (=mai). 😂 Quindi in realtà il dilemma resta aperto 🤔

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  6. Come giustamente facevi notare, la rilettura di alcune opere potrebbe compromettere, sia pur temporaneamente, il nostro pensiero sulle stesse.
    Almeno dal punto di vista personale, credo che non si possa cambiare totalmente idea o pensiero su un libro o un fumetto. Ma, semmai dovessimo avere questo dubbio prima di rileggere, il mio consiglio è di evitare e prendere un altro libro ancora non letto. ^_^
    Ora la mia domanda è: leggere un libro vuol dire volersi estraniare da questo mondo, oppure cercare di entrare in un altro?

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    1. Ah, ottima domanda :). Direi che, per quel che mi riguarda, il desiderio è sempre quello di entrare in un altro mondo (penso al fantasy) o di capire meglio quello in cui vivo (romanzi storici).
      Poi, chissà perché, il mio rapporto conflittuale con le riletture non riguarda i fumetti. Il che è un bene, perché prevedo una rilettura di Arkham Asylum ;).
      Buone letture!

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  7. In genere non amo rileggere, anche perché il tempo è quello che è e vorrei dedicarlo alle migliaia di pagine che ancora mi aspettano. Ci sono però delle eccezioni, che anche per me riguardano la poesia (Pavese lo rileggo in continuazione, come succede a Pina, ma anche Antonia Pozzi, Szymborska e altri tra i miei preferiti) oppure quei romanzi letti vent’anni fa che, soprattutto in vista di una recensione, necessitano di essere rispolverati. Purtroppo non ho un’ottima memoria e di una vecchia lettura possono sfuggirmi parecchi dettagli (anche se ne conservo una visione d’insieme), e poi devo ammettere che mi piace scrivere “a caldo” le mie impressioni, sull’onda emotiva -e sulla spinta riflessiva- del momento. C’è poi il fatto, come hai scritto anche tu, che non sempre una rilettura ci può dare le stesse sensazioni del primo folgorante incontro, perché con il passare degli anni la nostra mentalità cambia, si evolve e magari necessita di altri stimoli. Quindi rileggere un’opera “tanto amata” nella giovinezza (nel mio caso Siddharta, ad esempio) è sempre un passo un po’ azzardato 😉 Diversa la situazione per i libri letti di recente che mi hanno “rivoltato” l’animo nel profondo; di “E non disse nemmeno una parola”, di Heinrich Böll, sono ad esempio sicura del fatto che, appena lo rileggerò, mi farà rivivere tutte le emozioni indescrivibili che ho provato lo scorso anno, se non di più…

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    1. Ormai anche io preferisco procedere “a caldo”, quando devo scrivere un pezzo.
      Grazie per aver condiviso la tua esperienza con le riletture e buone letture! 🙂
      P.S. A proposito di Böll, ho dato un’occhiata sul tuo blog: posso sperare in una rilettura + articolo :)?

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  8. io leggo e rileggo e rileggo più o meno abitualmente, anche se lo faccio in modo puramente casuale, quando sento che un libro mi “chiama”.
    Rileggo abitualmente (diciamo ogni due, tre anni) Pride and Prejudice di Jane Austen perchè ogni volta ci scopro qualcosa di nuovo, e perchè adoro la sua prosa leggera e la sua ironia. Di recente ho riletto l’intera saga di Harry Potter perchè ora conosco meglio l’inglese e l’ho apprezzato di pù, lo stesso si può dire di Jonathan Coe, che amo moltirssimo. Ci sono poi libri da cui, come te, sto lontana perchè non voglio rovinare il ricordo delle emozioni che mi hanno regalato…. I miei pensieri qui 🙂 https://vitadamuseo.com/sane-letture/

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    1. Io preferisco la situazione in cui si ha troppo da leggere: oggi ho saccheggiato il bookcrossing della biblioteca locale. Forse l’estate ti regalerà l’occasione per qualche rilettura (magari di fumetti, visto che sono le più rapide ;)). Buone letture!

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    1. Io mi pento, per esempio, di aver letto libri come “Guerra e pace” da adolescente: temo che non li rileggerò mai più e so che non ho messo “il dovuto impegno” nella prima lettura. Grazie per aver condiviso il tuo pensiero sulla rilettura e buone letture :).

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  9. Prima di leggere questo post non sapevo di avere un’opinione strutturata sulle riletture, ma più o meno consapevolmente anch’io mi comporto nello stesso modo nei confronti delle riletture. Però è sempre più difficile scegliere tra rileggere e leggere qualcosa di nuovo…

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  10. Pingback: (Ri)letture – Le cose minime

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